Creature mostruose che in realtà siamo noi, esseri umani alla perenne ricerca di un equilibrio fra una tecnologia dilagante ed estraniante e un richiamo profondo, primordiale alla natura e all’ambiente.
Un progetto fotografico firmato dalla trentenne veronese Anna Mainenti, che attraverso i suoi ritratti ibridi vuole mettere in evidenza uno status esistenziale, rappresentato da una fusione ma anche da una forte contrapposizione fra due dimensioni opposte ma dal medesimo potere attrattivo. Da una parte lo sviluppo esponenziale della tecnologia, in questo caso rappresentato dall’utilizzo di Photoshop che, come il più cattivo degli incantesimi, dà vita a creature deformi e spaventose.
D’altra parte, superato lo straniamento iniziale, se ci si sofferma ad osservare queste foto più attentamente, si scoprono negli sguardi e nelle espressioni di questi uomini-cani un’intensità e una luce familiari. Una fusione non solo visiva, ma molto più profonda e intima quella tra cane e uomo, uniti nella società e nello spirito da una convivenza che ha origini primitive. Un simbolo di quella ricerca di naturalità che ci rende sensibili e aperti verso problematiche ambientali ed etiche in relazione con gli altri esseri viventi.
Nei Ritatti Ibridi, uomo e cane sono simboli dell’inscindibilità tra civiltà umana tecnologica e natura selvaggia.
federica@vanitypets.it