Sono sempre di più gli amici a quattro zampe che finiscono nelle mani di individui senza scrupoli e organizzazioni criminali. Un fenomeno dietro il quale si nascondono traffici di cani da combattimento o da avviare all’accattonaggio, richieste di riscatto e, quando le vittime sono esemplari di razza, il traffico di animali da compagnia di lusso.
Per queste ragioni, Franca e Maria Luisa unite dall’amore per gli animali, hanno fondato la community Cani Rapiti che presto diventerà un sito e un database nazionale in cui si potranno facilmente rintracciare i padroni e i cani sequestrati e poi ritrovati.
L’idea nasce dall’esperienza personale della signora Franca che due anni fa riuscì a salvare un cane dal suo rapitore e riconsegnarlo alla legittima proprietaria. “Era un maltesino come i miei e il destino ha voluto si chiamasse proprio Cesare come il mio. Lo notai tra le braccia di un questuante e mi insospettii. Non lo persi di vista finché un veterinario dell’Asl non intervenne insieme alle forze dell’ordine per identificarlo, dalla lettura del microchip risultò essere stato rubato in una casa, durante un furto, a 250 chilometri di distanza”.
Il rapimento in casa è il modus operandi più diffuso per sottrarre ai padroni cani di razza. “Per lo più molossi che poi vengono impiegati nei combattimenti clandestini. Ma anche cani di piccola taglia e di razza da usare per l’accattonaggio e magari rivendere ai passanti inteneriti”. Ma ci sono molte segnalazioni di cani rapiti anche al parco o mentre sono a passeggio con i padroni, “di solito i rapitori si avvicinano con una scusa, chiedono di accarezzare il cane e in un attimo lo portano via”.
Una pratica più diffusa di quanto si possa credere e a cui il nuovo gruppo vuole mettere un freno. “Oltre al database per facilitare le ricongiunzioni, ci piacerebbe coinvolgere le istituzioni in una battaglia seria e determinante per la riduzione del fenomeno: l’introduzione di un vero e proprio reato di rapimento anche riferito agli animali”. I nostri amici a quattro zampe infatti, ai fini della legge penale, vengono ancora considerati cose (mobili) e non persone.
“Vorremo poi che anche gli agenti di polizia locale fossero dotati di lettore di microchip, in modo da rendere più facile e immediata l’identificazione dei cani, quando vengono denunciate situazioni come quelle dell’utilizzo degli animali nell’accattonaggio”. Da qui l’importanza di far microchippare i nostri amici a quattro zampe. “Abbiamo scritto all’onorevole Brambilla, da sempre sensibile a queste problematiche e vorremmo coinvolgere anche le associazioni”. Intanto la signora Franca e la signora Maria Luisa stanno creando un sito, che sarà presto online.
valentina@vanitypets.it