Sex shop nel mirino delle guardie zoofile della Lav per ‘crimini sessuali’ ai danni di animali. Un vero e proprio dossier e’ stato messo a punto, titolo “Crimini sessuali contro gli animali – caratteristiche, comportamento e profili di politica criminale” scritto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia della Lav.
Siti internet, chat, gruppi, riviste e filmati, negozi che vendono articoli specializzati, annunci di scambisti di animali, viaggi all’estero in posti dove la zooerastia è legale o tollerata: è il mondo sommerso che emerge nel dossier. Le guardie zoofile della Lav hanno svolto un’indagine conoscitiva visitando in incognito 20 sex shop sparsi in tutta la Penisola. In tutti i negozi erano in vendita video “animal sex” prodotti all’estero.
In alcune sono state trovate riviste zoopornografiche in lingua italiana, prodotte in Italia alcuni anni fa, e tuttora in vendita: tre diverse riviste con svariati numeri ognuno pieno zeppe di foto,descrizioni e racconti. Altri negozi, anche on-line, offrono in vendita riproduzioni anatomiche di falli di animali, dal cavallo al leone, al cane, offrendo anche servizi e “guide per principianti” su come addestrare e abituare gli animali all’accoppiamento.
Lungo l’elenco degli animali che sono oggetto di abuso sessuale: cani, gatti, cavalli, asini, cammelli, cervi, mucche, vitelli, antilopi, galline, oche, anatre, maiali, capre, pecore, conigli, serpenti, delfini, finanche pesci. Quando si tratta di soddisfare bisogni sessuali viene sviluppata una sconfinata fantasia e una crudele creatività.
La gamma di atti sessuali con animali è infinita quanto perversa, sottolinea la Lav. “Sempre di più si sente parlare di abusi sessuali nei riguardi di animali, ma in realtà del fenomeno si sa poco – afferma l’autore del dossier – La zooerastia è un disturbo sessuale, è considerata una psicopatologia solo se è compulsiva e se è suscettibile di procurare danni seri al funzionamento psicologico dell’individuo”.
E’ possibile suddividere le condotte sessuali con animali in tre tipi di attività: occasionale o opportunistica; permanente o esclusiva; sadica. Dati e numeri sul fenomeno scarseggiano però, in Italia non vi sono dati e ricerche attendibili. La zooerastia è un argomento di cui è difficile parlare. Rari anche i casi clinici seguiti nei centri di igiene mentale o dai liberi professionisti. La situazione è leggermente diversa all’estero, ma si tratta sempre di stime approssimative.
“Sarebbe un grossolano errore ridurre tutto allo stereotipo della cultura rurale o del soggetto emarginato con problemi mentali – continua Troiano -, in realtà le ricerche statunitensi hanno dimostrato che spesso si tratta di persone istruite, professionisti o comunque con una solida posizione sociale”. (fonte Agi)
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