Randagismo in calo: in 10 anni -20% di cani nei rifugi

cane gabbia

Il fenomeno del randagismo in Italia è “apparentemente in flessione”, con una diminuzione del 22,40% dei cani nei canili negli ultimi 10 anni. Esistono tuttavia delle discrepanze tra il Nord del Paese e il Centro-Sud, dove le presenze nei canili sono ancora molto alte e dove a questo numero si somma quello degli animali vaganti sul territorio, la cui riproduzione è spesso incontrollata.

È quanto emerge dal Dossier Randagismo 2016 pubblicato dalla Lega Anti Vivisezione. In base ai dati forniti alla Lav da tutte le Regioni e Province autonome a eccezione di Emilia Romagna, Calabria e Sicilia, erano 92mila i cani presenti nei canili-rifugio nel 2015, a fronte dei quasi 120mila del 2006. Gli ingressi nei canili sanitari sono invece stati 51mila l’anno scorso contro i 104mila del 2011. Nell’arco di 10 anni le due tipologie di canile sono aumentate, con 959 strutture sul territorio nazionale e una maggiore presenza in Puglia, Piemonte e Campania.

Il numero di cani randagi resta ancora importante in Campania, Basilicata, Sardegna e Lazio, spiega la Lav, evidenziando che il costo per la cura dei cani presenti nei canili italiani “nel 2015 sfiora i 118 milioni di euro ed è “un dato calcolato al ribasso”. Moltiplicando la cifra per sette anni, tempo medio della permanenza in canile in assenza di adozione, si superano gli 825 milioni di euro. E le adozioni sono in calo, seppure lieve: -1,3% nel corso dell’ultimo anno, dai 33.202 del 2014 ai 32.764 cani del 2015. (Ansa)

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