I veterinari chiedono l’Iva al 10% per le cure di Fido

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Per non rischiare che dal 1 gennaio 2018 scatti l’aumento dell’IVA ordinaria al 25%, i Medici Veterinari dell’ANMVI chiedono al Premier Paolo Gentiloni e al Ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan di far scendere subito le cure veterinarie nello scaglione dell’IVA agevolata, che oggi prevede un’aliquota del 10%.

“E’ questa la nostra clausola di salvaguardia – dichiara il presidente dell’ANMVI Marco Melosi per evitare che ricada su milioni di proprietari di animali l’imposta più alta di sempre sulle cure veterinarie. Il riferimento è alle “clausole di salvaguardia” dello Stato, vale a dire gli aumenti programmati dell’IVA, che scatteranno inevitabilmente, se il Governo non colmerà la voragine del debito pubblico nazionale recuperando almeno 19,5 miliardi.

“Se non si troveranno queste risorse, l’aliquota ordinaria del 22% che già oggi milioni di proprietari pagano sulle cure veterinarie salirà di ben tre punti, compromettendo seriamente la prevenzione e la sanità animale”. Quella di portare l’IVA sulle cure veterinarie allo scaglione agevolato è una richiesta reiterata negli anni dall’ANMVI, che lamenta un carico fiscale improprio ed eccessivo su prestazioni di natura sanitaria, che hanno risvolti di sanità pubblica oltre che animale, quindi di pubblico interesse.

L’Associazione ricorda infine che nel DEF 2017 si parla di uno scenario programmatico basato su “misure strutturali di riduzione dell’indebitamento” attraverso la riduzione dell’evasione fiscale e della spesa pubblica. Prima di chiedere un altro sforzo ai proprietari di animali, l’ANMVI chiede che questa volta sia il Governo a fare fino in fondo la sua parte.

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