Davvero il Ministero della Salute getta via anni di sue campagne contro l’abbandono degli animali, con una semplice e superficiale Nota di un suo Dirigente dell’Ufficio d’igiene degli alimenti, secondo il quale l’accesso ai cani “non è ammesso presso gli esercizi di vendita al dettaglio rappresentando una possibile fonte di contaminazione”? I Direttori Generali del Ministero, il Sottosegretario Faraone, il Ministro Lorenzin sono d’accordo?.
E’ quanto sta chiedendo la Lava, dopo l’immissione di una Nota surreale, che sta destando grande scalpore, interpretazioni anche scorrette e problemi a supermercati, negozianti e ai Comuni che in base all’articolo 83 del Decreto del Presidente della Repubblica 320 del 1954, proprio di “Polizia veterinaria” hanno permesso in questi ultimi venticinque anni l’accesso ai cani nei luoghi pubblici e aperti al pubblico.
La Lav chiede dunque ai Direttori Generali della Salute, al Sottosegretario e al Ministro di emanare una loro definitiva e chiarificatrice Nota che ristabilisca quanto sta avvenendo in migliaia di punti vendita in tutta Italia da anni senza problemi e con l’accordo dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, e cioè che l’accesso, nelle parti aperte al pubblico di negozi, mercati e supermercati, di cani al guinzaglio o in carrelli è permesso.
Il Regolamento Europeo 852 del 2004 ha ovviamente chiarito che, non solo i cani ma anche le persone non autorizzate non possono accedere nelle cucine e nei reparti di realizzazione e confezionamento degli alimenti, ma questa giusta limitazione decade una volta che gli alimenti sono esposti “in locali interni all’esercizio di vendita appositamente predisposti per accogliere gli animali domestici oppure in spazi all’esterno degli esercizi di vendita al dettaglio” come pur dice in una seconda parte la stessa Nota del quantomeno confuso Dirigente ministeriale.
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