Animali in condominio, responsabilità dei padroni, molestie olfattive. Di questo e molto altro si è parlato domenica con gli avvocati Filippo Portoghese e Claudia Taccani, nel primo incontro dell’anno di iBau.
Per chi non li conoscesse, gli avvocati fanno parte del team di Animal Law, l’associazione non-profit che ha l’obiettivo di contribuire all’avanzamento della tutela legale degli animali, tramite la promozione del diritto animale. “L’importanza che la questione animale sta assumendo nella nostra società spinge filosofi e pensatori a formulare proposte che mirano all’attribuzione di veri e propri diritti in capo agli animali – spiegano – Come giuristi, non possiamo limitarci a indovinare i possibili sviluppi della normativa di protezione ma siamo chiamati anche a valutare attentamente questi stimoli intellettuali, anche al fine di rispondere alle sollecitazioni della società, che richiede una maggiore attenzione alla materia”.
Nell’incontro di iBau si è parlato di soggettività animale, di riforma del codice civile, ma anche delle problematiche quotidiane legate alla sempre più stretta convivenza con gli amici a 4zampe, che da inevitabilmente origine a questioni fino ad oggi trascurate, soprattutto dalla giurisprudenza, che necessitano di una regolamentazione seria.
Regolamentazione che passa necessariamente dalla consapevolezza di quelle che sono prima di tutto le responsabilità dei proprietari di cani, “spiegate bene nell’articolo 2052 del codice civile. Facciamo un esempio classico: i proprietari che trattano i parchi pubblici come luoghi in cui sguinzagliare i cani e lasciarli liberi, mentre magari loro stanno al cellulare. Poi succede che i cani si azzuffano, scappano…”
E poi ci sono i diritti, “come quello di tenere un cane in condominio nonostante un regolamento lo vieti. L’articolo 1138 del codice civile dice non si può più vietare la detenzione animali nelle abitazioni. Poi però c’è la giurisprudenza che fa da padrona. E anche in questo caso mancano delle regole certe e precise”.
Un altro grosso problema è l’abbaio dei cani. “Nessuna legge vieta ai cani di abbaiare e il disturbo delle quiete pubblica si riscontra solo nel caso in cui l’animale disturbi un intero quartiere. Qui di norma si usa il buonsenso: dietro all’abbaio compulsivo di un cane di solito si cela un problema”.
E poi ci sono le molestie olfattive, ovvero i cattivi odori. “disciplinati in modo generico dall’articolo 884 del codice civile e che impongono di ripulire minzioni e deiezioni dei cani che vengono, per esempio, lasciati in giardino o sul balcone”.
La materia è vasta e i casi di giurisprudenza, in cui sono coinvolti i nostri amici a 4zampe, sono destinati ad aumentare “si pensi per esempio ai casi di seprazione in cui si debba decidere sull’affidamento degli animali”. Se l’argomento vi interessa potete restare aggiornati sul sito Diritti Animali.eu. Intanto segnatevi il prossimo appuntamento con iBau: l’11 febbraio c’è “Fisioterapia a 4zampe” con Antonio Scalera.
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