Si è tenuta questa mattina, al Tribunale del riesame di Trento, l’udienza per discutere del dissequestro del cane Miro e davanti al giudice sono emerse alcune criticità sulle perizie presentate dal vicino che ne avevaso chiesto l’allontamento.
L’avvocato Cecilia Venturini ha portato al riesame le ragioni della famiglia Munter, proprietaria del cane. “Tenuto conto anche dell’attenzione mediatica legata a questo caso – si legge sul quotidiano locale, il Dolomiti – abbiamo voluto far presente la domanda di diritto che sta alla base della petizione; non corrisponde al sentire dei cittadini che un animale possa essere trattato come un oggetto”.
Dalla loro parte ci sono anche le dichiarazioni dei responsabili del canile dove tuttora Miro si trova. Daa loro relazione è risultato che l’animale non ha alcun bisogno di un percorso di riabilitazione. Miro, viene spiegato, ha un comportamento mite, non abbaia in modo smodato e non manifesta altri sintomi che possano indurre qualche genere di riabilitazione pur essendo stato sottratto in maniera repentina dal proprio habitat.
In merito alle prove portate dal vicino che mostravano il superamento dei limiti di rumore con l’abbaiare del cane, sono state evidenziate alcune criticità. Le rilevazioni sono state fatte solo in due giornate e la perizia non da alcuna descrizione con riferimento al secondo giorno. La rilevazione della prima giornata si limita al tardo pomeriggio fino alle 22. In questo lasso di tempo sono stati rilevati due momenti di abbaio di cane.
Entro fine settimana il tribunale deciderà se far tornare Miro a casa, dopo quasi un mese di sequestro in canile.
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