Dopo la tragedia di Genova, Rita Dalla Chiesa ha condiviso sul suo profilo Twitter una foto di un cane da soccorso deceduto per il troppo lavoro e il suo commento ha innescato la polemica.
“Stava salvando vite, è morto per la stanchezza – ha scritto la Dalla Chiesa – Il primo cartello che vedo con scritto ‘qui non posso entrare’ chiamo la Guardia di Finanza per un controllo del vostro locale. Sappiatelo”.
Una riflessione che molti appassionati di cani, come noi, hanno condiviso sui social a ridosso della tragedia, quando le immagini degli animali al lavoro tra le macerie, per cercare i superstiti, ci hanno fatto capire quanto il loro supporto sia fondamentale per salvare vite umane.
Il loro per l’appunto. Quello di cani addestrati e dei loro conduttori. Binomi speciali che ogni giorno si allenano, lavorano e sono pronti a partire e sacrificarsi in caso di emergenza.
Ben diverso è il discorso per i cani da compagnia e generalizzare, quando si porta avanti una battaglia per far accettare i nostri amici a 4 zampe nel maggior numero possibile di luoghi pubblici, è controproducente.
Giusto invece, accendere i riflettori sulla cinofilia in generale, sulle potenzialità che può avere un buon rapporto cane-padrone coltivato con criterio e che parte dalla conoscenza dei nostri amici a 4zampe, e cresce nella comprensione del loro linguaggio, nel rispetto delle loro esigenze e termina con il riconoscimento dei loro limiti.
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