La responsabilità medica in generale è un tema molto dibattuto oggigiorno: capita molto spesso infatti, di sentire cause intentate da pazienti nei confronti dei medici che con il loro operato avrebbero provocato loro un danno. Cosa possiamo dire, a questo proposito, della responsabilità medica in ambito veterinario?
Se un cane muore a causa della condotta poco professionale del veterinario, al proprietario spetta il risarcimento dei danni patrimoniali e non, causati dal comportamento colposo.
Di recente, il Giudice di pace di Dolo si è pronunciato a favore della proprietaria di un cane, deceduto il giorno dopo una visita veterinaria, condannando il medico che l’aveva effettuata al risarcimento dei danni. Si tratta di un’importante vittoria per gli amanti dei quattro zampe. La sentenza, infatti, per la prima volta, si discosta dall’orientamento fino ad allora tenuto dalla Corte di Cassazione e da altri Tribunali che, in situazioni analoghe, avevano riconosciuto al proprietario dell’animale unicamente i danni economici derivanti dalla sua perdita (per es. il prezzo per l’acquisto), trascurando invece i danni morali ed esistenziali (che, come sa chiunque abbia un animale domestico, sono spesso più elevati dei primi).
Nel caso affrontato dal giudice di pace di Dolo, il veterinario è stato ritenuto responsabile di non aver eseguito la propria attività con la diligenza necessaria. Lo specialista, infatti, aveva diagnosticato al cane un semplice disturbo gastro-intestinale e gli aveva prescritto un lassativo mentre il giorno dopo il cane è morto a causa di una peritonite acuta causata dall’ingestione di ossa.
L’autorità giudiziaria di Dolo ha condannato il veterinario a risarcire il danno patrimoniale, equivalente al prezzo pagato per il suo acquisto (circa mille euro), nonché i danni non patrimoniali (morali ed esistenziali) causati dalla perdita del cane e quantificati in 2 mila e 500 euro. Il Giudice, a motivazione del risarcimento degli ulteriori danni, ha precisato che la legge riconosce il legame particolare che si instaura tra animale e padrone: il loro rapporto rientra in quelle attività, garantite dalla Costituzione, attraverso le quali si realizza la persona.
Qualora questo tipo di legame affettivo si spezzi per colpa altrui, si viene quindi a legittimare un risarcimento anche dei danni morali ed esistenziali subiti dal padrone.
Appare pertanto evidente come la giurisprudenza più recente sia incline a riconoscere la peculiarità del rapporto che si instaura tra il padrone e il suo fido amico e tuteli il proprietario da eventuali negligenze degli operatori sanitari, anche se nulla potrà mai risarcire effettivamente una perdita così importante.
Dott.sa Cinzia Gerosa
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