Per gli esseri umani la comunicazione è principalmente verbale, ma per i nostri amici a quattro zampe è soprattutto visiva, olfattiva e tattile.
Alla fine degli anni 80 Turid Rugaas, un’esperta cinofila norvegese di fama internazionale, ha riconosciuto diversi movimenti e posture che i cani utilizzano per comunicare. Sono circa una trentina di segnali, denominati Segnali calmanti. Alcuni sono chiaramente visibili, altri sono quasi impercettibili ed hanno principalmente tre funzioni: calmare sé stessi o gli altri in situazioni stressanti; interrompere azioni sgradevoli o potenzialmente pericolose; esprimere le proprie intenzioni pacifiche e prevenire scontri.
Immaginate di fare una foto a due cani che non si conoscono tanto bene. Gli chiedete di sedersi molto vicini e cercate di scattare la fotografia. In una foto avrete un cane con la testa girata, in un’altra uno che si lecca il muso, in un’altra ancora uno con gli occhi chiusi. Tranquilli, non vi stanno prendendo in giro! Stanno, invece, utilizzando i segnali calmati. In questo caso la funzione principale è auto calmarsi, dato che la troppa vicinanza ad un altro cane li mette a disagio, ma possono anche comunicare all’amico di fianco di non avere cattive intenzioni.
Lo stesso concetto vale per quando richiamate il cane e lui non viene, alzate la voce, e lui vi ascolta e si dirige verso di voi, ma é lento. Allora alzate ancora di più la voce e assumete quella tipica postura, col busto chinato in avanti, di quando lo sgridate. Fido arriva piano piano, ma si ferma poco distante, si siede e sbadiglia. Cosa vi stava dicendo? “Arrivo, ma per favore calmati. Non capisco perché mi sgridi”.
Infine, provate a pensare a due cuccioli che giocano in presenza della mamma e ad un certo punto, il gioco inizia ad essere molto agitato. La madre si mette in mezzo ai piccoli e il gioco si interrompe, riportando tutto alla calma ed evitando situazioni potenzialmente pericolose.
I Segnali Calmanti posso essere utilizzati anche da noi, ad esempio quando incontriamo un cane sconosciuto, possiamo avvicinarci facendo una leggera curva, girando leggermente la testa e leccandoci le labbra.
Nella comunicazione visiva, oltre a questi particolari segnali, hanno molta importanza le posture. I cani possono assumere posizioni diverse a seconda di quello che vogliono esprimere come ad esempio paura, aggressività, superiorità, attenzione e sottomissione. Anche il movimento è un modo per dire qualcosa. Se ci si avvicina in maniera frontale e veloce, si ha un atteggiamento aggressivo, mentre per essere cordiali, il modo migliore, è fare un leggera curva ed arrivare all’interessato.
L’olfatto è il senso più sviluppato nei nostri fedeli amici ed è per questo che è importante per la comunicazione. Mentre l’uomo è dotato di 500 mila ricettori olfattivi, il cane ne possiede 220 milioni (con qualche differenza a seconda della razza). Oltre ad avere una mucosa nasale più sviluppata, Fido utilizza anche un’area del cervello molto estesa per analizzare le informazioni captate dal naso. Quando due cani si incontrano, si annusano i padiglioni auricolari, le zone genitali e anali mettendo in atto un sistema di riconoscimento. Anche attraverso le marcature del territorio (urine, feci e raspatura del terreno), i cani rilasciano il proprio odore e probabilmente tramite questo tipo di comunicazione riescono a trasmettere informazioni personali.
Infine, i cani sono dotati, come altri animali, dell’organo vomeronasale o organo di Jacobson che permette loro di riconoscere i feromoni ed avere delle reazioni immediate senza far passare le informazioni dal cervello.
Il tatto viene stimolato nei cuccioli fin dai primi giorni di vita dalla madre. Anche tramite questo senso i cani si esprimono. Esistono contatti di tipo rassicurante come strusciarsi sulle gambe o appoggiarsi, contatti di sottomissione come leccare la bocca, contatti di dominanza come appoggiare le zampe sulle scapole del proprietario o montare, contatti nel gioco come gli spintoni o i morsi e contatti a scopo sessuale.
Anche l’uomo utilizza questo tipo di comunicazione con i quattro zampe, ma spesso, involontariamente, in modo errato. L’abbraccio, nel linguaggio dei cani, è un gesto di sfida e dominanza e anche se il nostro Fido è un “Santo” che si è abituato e non è infastidito, sarebbe bene non farlo, soprattutto con cani sconosciuti. Spesso questo gesto può essere frainteso e scatenare incidenti tra cani e bambini.
Come ultimo tipo di comunicazione abbiamo quella acustica. I cani hanno un ampia gamma di suoni come l’abbaio, il ringhio, l’uggiolio, l’ululato. Spesso questi segnali vocali accompagnano quelli corporei, mentre altre volte emergono quando vengono ignorati quelli fisici.
Quindi, concludendo, i nostri amici pelosi, dispongono di vari modi per comunicare, dobbiamo, solo, imparare a capirli.
Per approfondire: Turid Rugaas, L’intesa con il cane: I segnali calmanti, Ed. Haquihana
Turid Rugaas sarà a Milano il 14-15 giugno 2014
Giulia Minonzio
Educatore Cinofilo CSEN