Il punto di vista della zecca

zecca erba

Gli studi scientifici sugli animali hanno subito una svolta all’inizio del XX secolo, grazie al biologo tedesco Jakob von Uexkull. La sua proposta era rivoluzionaria: per comprendere la vita di un animale, bisogna cominciare prendendo in considerazione il suo Umwelt, ovvero il suo universo soggettivo.

L’Umwelt cattura la percezione della vita da parte dell’animale. Prendiamo il caso della zecca. Chi, almeno una volta, ha passato al setaccio il pelo del cane alla ricerca delle capocchie di spillo rivelatrici della presenza di zecche imbottite di sangue, sa già qualcosa su di lei. E’ anche probabile che l’abbiate considerata solo una scocciatura, a stento un essere vivente. Von Uexkull considera invece, quello che può essere il punto di vista della zecca.

Sono parassiti appartenenti alla classe degli Aracnidi (come ragni e insetti), hanno quattro zampe, un corpo semplice e mascelle potenti. Nel corso della sua evoluzione, la zecca ha ridotto la sua esistenza all’osso: nasce, si accoppia, si nutre e muore. Sprovvista di arti e organi sessuali alla nascita, la zecca sviluppa presto queste parti, si accoppia e va ad appollaiarsi in cima a qualcosa, per esempio un filo d’erba. E’ a questo punto che la sua storia si fa affascinate.

Di tutto ciò che il mondo le offre, ha interesse solo per una cosa. Essendo cieca non si guarda intorno, i suoni la lasciano indifferente perché irrilevanti al suo scopo. Lei aspetta solo l’odore di acido butirrico (tipo sudore), un acido grasso emesso dalle creature a sangue caldo. Può rimanere ferma in attesa per un giorno, un mese o un anno. Ma non appena sente l’odore che aspettava, si lascia cadere ed entra in gioco l’altra delle sue capacità sensoriali.

La sua pelle fotosensibile le consente di localizzare le fonti di calore. Si dirigerà quindi in quella direzione e, se avrà fortuna, si tratterà del sudore di un animale al quale si attaccherà per saziarsi di sangue. Dopo questo unico pasto, si staccherà dalla preda deporrà le uova e morirà. Sempre che le nostre pinzette non siano entrate prima in azione.
(Da Alexandra Horowitz)

V. Fum.
valentina@vanitypets.it