Migliori amici dell’uomo e, come l’uomo, a volte bisognosi di un aiuto specializzato per superare problemi di relazione con il prossimo. Difficile immaginarlo, ma anche i cani possono finire sul ‘lettino dello psicologo’, protagonisti di una terapia studiata ad hoc per risolvere ansie, paure, timidezze o magari correggere alcuni atteggiamenti decisamente sopra le righe, tra scatti d’ira ingiustificati e troppa aggressività.
Ad aiutarli nel percorso verso la guarigione, educatori, istruttori cinofili e comportamentalisti, veterinari specializzati in psicologia a quattro zampe, con centinaia di ore di corsi formativi alle spalle e, soprattutto, tanta esperienza sul campo. “Ma in Italia l’aiuto non è così scontato – sottolinea il dog trainer Massimo Perla ad AdnKronos Salute – La figura dello psicologo per cani non esiste, per questo tipo di problemi esistono istruttori, educatori e veterinari comportamentalisti, ma molto spesso la terapia risulta inutile perché molti sono professionisti improvvisati.
Spesso, ad esempio, al mio centro arrivano cani con problemi, che essendo stati in terapia assumono anche dei farmaci, medicinali che in alcuni casi possono funzionare. Ma il 90% delle volte il problema si potrebbe risolvere in modo diverso e purtroppo questo non accade. Dispiace dirlo, ma in altri Paesi come la Germania, più avanti dell’Italia in questo campo, i comportamentalisti lavorano in affiancamento a educatori in grado di studiare soluzioni alternative ai medicinali”.
Ma non è tutto. Spesso, infatti, il problema del cane è frutto di un atteggiamento scorretto dell’umano che lo accompagna e che deve essere necessariamente modificato: “Credo – spiega ancora Perla – che il compito degli istruttori sia quello di essere prima di tutto psicologi delle persone, capire il carattere del proprietario, cercare di comprendere se si tratta di un dominante, di un logorroico, di un incoerente o se magari ha la tendenza ad umanizzare troppo il cane o a coccolarlo senza alcuna ragione. Sono proprio questi atteggiamenti, infatti, che portano a comportamenti del cane per noi evidentissimi. Si lavora guardando il cane e la persona, e se riusciamo a cambiare il comportamento delle persone riusciamo anche ad aiutare il cane. Proprio come fosse una terapia di coppia”. (AdnKronos Salute)
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