Pillole cinofile: collare vs pettorina, vince il benessere di Fido

Lʼaspetto esteriore di un cane, ma anche gli strumenti che indossa per la passeggiata trasmettono unʼimmagine del cane alle persone: proviamo ad esempio a immaginare un cane di razza Rottweiler con un collare borchiato o, allʼopposto, un Barboncino con una pettorina rosa…che idea ci danno?

Per portare a passeggio i cani o risolvere il problema del tirare al guinzaglio, vengono usati collari a strangolo o addirittura con le punte, con il risultato che, non soltanto i cani continuano a tirare, ma spesso manifestano al guinzaglio comportamenti più nervosi rispetto a quando sono liberi. Il dolore e la paura causati anche dallʼutilizzo di strumenti coercitivi inibiscono lʼapprendimento, tuttavia, ancora oggi, in unʼepoca in cui si parla tanto di benessere animale, si utilizzano strumenti che strangolano, soffocano e creano dolore pensando di insegnare in questo modo ai cani a non tirare al guinzaglio.

Uno studio condotto in Svezia (Hallengren, 1992), relativo al dolore, ai danni e alle modificazioni della colonna vertebrale nei cani, ha dimostrato che il 91% dei soggetti con anomalie cervicali, erano stati strattonati al guinzaglio, oppure da molto tempo tiravano al guinzaglio. Dallo studio è inoltre emerso che una percentuale molto elevata di quei cani portava collari a strangolo. Lʼutilizzo del collare a strangolo o, ancor peggio con le punte, può provocare seri danni alla salute dei nostri amici, non solo alle loro vertebre o alla muscolatura, ma anche alla tiroide e alla trachea, sia quando è il cane stesso a tirare, sia quando è la persona che tiene il guinzaglio a dare, volontariamente o meno, strattoni attraverso il guinzaglio. La zona della trachea è molto delicata e, se schiacciata o stretta dal collare, impedisce allʼanimale la corretta respirazione, mandandolo in ipoventilazione. Alcuni cani si abituano a questa pressione e continuano a tirare, altri ne sono spaventati e si immobilizzano rifiutandosi di camminare; per tutti, comunque, diventa impossibile prestare attenzione al proprietario perché in quel momento la loro unica preoccupazione è quella di cercare di respirare!

Molti cani che portano questi collari diventano poi intolleranti o irritabili quando si cerca di toccarli nella zona del collo, oppure si allontanano ed evitano di farsi prendere per il collare. Unʼeducazione precoce, una corretta modalità di comunicazione ed un lavoro sulla gestione del livello emozionale sono le chiavi di una passeggiata rilassante! Imparare a non tirare al guinzaglio è un processo di apprendimento ed è il frutto di un buon insegnamento. Va da sé quindi che non sono gli strumenti che permettono di andare a passeggio con un cane che non tiri al guinzaglio: la parola magica si chiama relazione. E alla base di una buona relazione cʼè il rispetto per lʼaltro, dove rispetto significa anche utilizzare strumenti e modalità che favoriscano il benessere psicofisico dei nostri amici cani.

Contrariamente al collare, una pettorina, che appoggia su petto e spalle, che non stringe sulle scapole, ed è regolabile sulla misura del cane, può essere paragonata ad un vestito comodo, che mette lʼanimale nella condizione migliore di comunicare e di imparare, senza malintesi o coercizioni. Se il cane si sente bene, non è impiccato, né strangolato, è molto più facile che possa prestare attenzione, soprattutto se chi sta dallʼaltra parte del guinzaglio comincia davvero a comunicare, indicandogli le direzioni con il corpo, con i gesti, fermandosi quando si corre un poʼ troppo, gratificando il camminare vicino, insieme.

E poi, vedere un cane che indossa una pettorina, che viene condotto con gentilezza dà unʼimmagine positiva anche a chi non condivide una vita con un animale o addirittura che ne ha paura. Prendersi cura del benessere del proprio cane e provvedere alla sua educazione non significa solo assumersi una responsabilità, ma significa anche avere il potere di incentivare una serena convivenza tra cittadini a due e a quattro zampe.

Laura Milani
Counselor, Istruttore Cinofilo, Dott.ssa in Scienze Psicologiche. E’ docente presso la Scuola C.Re.A.nella formazione degli operatori di settore, in particolare sulle dinamiche di relazione con il cane e con il proprietario. Si occupa di consulenza e formazione alla relazione con gli animali, in particolare percorsi individuali e di gruppo che promuovono il rapporto con gli animali come opportunità di crescita, esplorazione di sè e sviluppo del proprio potenziale.