Nell’arco degli anni del mio lavoro in cinofilia ho avuto modo di scontrarmi ripetutamente con convinzioni, riguardo i fatti che concernono il cane, il suo comportamento e la sua educazione, molto radicate nell’immaginario collettivo che nulla avevano a che fare con la realtà, eppure duri a cedere il passo a riflessioni più realistiche, certo alle volte forse più scomode. Tali convinzioni hanno una certa forza e la caratteristica di resistere al trascorrere del tempo. Nei prossimi brevi articoli parlerò di alcune di queste convinzioni, quelle che a mio avviso sono le più comuni e largamente diffuse e ritenute “vere” proprio per questo motivo e che troppo spesso vanno a costituire una distorta base culturale, o meglio, contro-culturale in merito al cane.
SE IL CUCCIOLO FA PIPì IN CASA – prima parte –
Molto spesso, incredibilmente anche di recente, mi è capitato di sentire fare affermazioni in merito all’educazione di un cucciolo sopratutto riguardo le deiezioni. Indubbiamente le feci e l’urina del cucciolo sparse per la casa non sono certo qualcosa che rende felici i proprietari, ma il comportamento spesso raccomandato non rappresenta né una soluzione né qualcosa che abbia un fondamento logico o etologico, anzi l’esatto contrario.
In pratica viene suggerito questo: se troviamo una pipì in casa del nostro cucciolo di pochi mesi, la cosa da fare immediatamente è quella di prendere il piccolo con fermezza, premergli il muso nella pozza di urina da lui appena lasciata nel luogo inappropriato e, come se non bastasse, sollevandolo poi per la collottola (tenendolo cioè per la morbida pelle del collo) scuoterlo pronunciando con chiarezza e, un pizzico di teatralità, la parola “NOoo!” L’intenzione sarebbe quella di intimorire il cucciolo nel riproporre un tale comportamento “errato”.
Ma proviamo a seguire un’altra logica. In natura (passatemi il termine “natura” usato qui con un po’ di superficialità a fini esplicativi) i predatori, tra i quali ci sono il lupo e il cane, quando sono molto piccoli in effetti sono anch’essi prede. Cioè corrono il rischio di essere mangiati da altri predatori più grandi di loro. Quindi i piccoli tendono a non lasciare in giro troppi indizi di sé. Per semplificare: cercano di non lasciare tracce olfattive troppo evidenti che aiuterebbero altri predatori a trovarli e ucciderli, in quei momenti in cui la madre è costretta a lasciarli soli, magari per andare a procurarsi del cibo.
Quindi la loro natura li induce a “sporcare” nella propria tana, al sicuro, ovvero solo in un luogo conosciuto nel quale i piccoli si sentono protetti. La nostra casa rappresenta proprio questo luogo. Crescendo e acquistando sicurezza in sé stessi i cuccioli cominceranno, esplorando luoghi nuovi, a preferire l’esterno della “tana” (cioè di casa nostra) per depositare i loro rifiuti organici, che man mano ricopriranno anche un importante veicolo di comunicazione con gli altri cani che condividono un certo territorio.
Punire un cucciolo che fa pipì sul pavimento è perciò assurdo, egli non può comunque fare altrimenti. Mi è capitato di vedere persone rimanere ore nell’aiuola vicino a casa con il loro cucciolo aspettando che facesse pipì per poi arrendersi, rientrare a casa e vedere il piccolo lasciarsi finalmente andare appena superata la soglia. Come avrete capito non lo fa per farci un torto, per prenderci in giro (come mi è capitato di sentir dire), semplicemente, ripeto non può fare altrimenti.
Aggredirlo strillandogli addosso, maneggiarlo violentemente e inveire contro di lui ottiene tutt’al più l’effetto di rendere la “tana” un luogo pericoloso ai suoi occhi e noi individui aggressivi senza validi motivi.
D’altro canto possiamo anche fare un parallelismo con la nostra specie per comprendere quanto quel modo possa essere insensato. Noi esseri umani siamo probabilmente la specie animale con la maggior complessità cognitiva del pianeta, ora, prendiamo un piccolo di Homo Sapiens, diciamo di 5 mesi di età, non mettiamogli il pannolino e cerchiamo di spiegargli, usando la stessa tecnica descritta sopra, che le deiezioni vanno fatte in un luogo preciso, nel bagno ovviamente. Forse ci sembrerà assurda una tale pretesa, ma è quello che molti pensano di poter fare con un cucciolo di cane.
Luca Spennacchio
Socio fondatore e docente della scuola di formazione e consulenza alla Relazione con gli Animali CReA, si occupa della formazione di educatori cinofili e dei volontari che operano all’interno dei canili. Tiene in tutta Italia conferenze e seminari sul tema del rapporto uomo e cane. Esperto nell’utilizzare il linguaggio creativo della fotografia e del video come veicolo di una corretta cultura del cane. www.scuolacrea.it