Quante volte animali da compagnia sono stati investiti per sbaglio, vuoi con una manovra in retromarcia nel vialetto di casa, vuoi sulle strade per attraversamento improvviso ed i responsabili sono rimasti impuniti, perché la gente scappava abbandonando l’animale agonizzante, per paura di dover pagare le spese veterinarie.
Questa totale assenza di dovere civico e il buon senso ha reso necessario l’intervento del legislatore sul punto.
Con la riforma al codice della strada, tali comportamenti vengono finalmente puniti con una sanzione amministrativa, sia per gli autori dell’evento, sia per i soggetti non responsabili ma direttamente coinvolti nel sinistro stradale ed, in casi estremi, può integrarsi anche il reato di cui all’art. 544 c.p., quando dall’evento deriva la morte dell’animale.
Pertanto, chiunque resta coinvolto in un sinistro stradale nel quale viene ferito un animale, colpevole o meno che sia, è tenuto a prestare soccorso a quest’ultimo, portandolo da un veterinario o avvertendo le forze di polizia, proprio come avviene per un incidente nel quale resta ferita una persona.
Resta solo da chiarire il punto dolente delle spese di soccorso e di cura del veterinario che, in prima battuta, fanno carico al soccorritore, tenuto comunque conto che gli importi anticipati potranno essere successivamente rimborsati dal responsabile o dal padrone dell’animale stesso.
L’argomento è già stato oggetto di numerose pronunce giurisprudenziali, ai sensi delle quali sono state ravvisate colpe penali e responsabilità civili a carico di svariati soggetti, a diverso titolo, con ciò essendosi verificato un forte segno di svolta nel rispetto degli animali, che ora sono tutelati dall’ordinamento.
Ciò non toglie che anche dei semplici passanti, se non per un obbligo di legge, per mero senso civico, possono soccorrere animali feriti.
Dott.ssa Federica Fumagalli
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