Ricerca scientifica ed educazione cinofila per sondare la mente del cane

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Si è concluso il primo Congresso Nazionale 2018 “Il Cane a 360 Gradi”, la due giorni sulla psicologia del cane, che ha riunito a Milano grandi ricercatori scientifici a livello internazionale, esperti, etologi ed educatori cinofili.

“Volevamo colmare un’importante lacuna – spiega Luca Spennacchio, organizzatore dell’evento insieme a Eleonora Mentaschi e con la collaborazione di Vetoquinol, Monge e Smart Dog – Ovvero quella che separa il mondo della ricerca scientifica e quello della cinofilia tout court. Due mondi che di rado si incontrano e che invece abbiamo dimostrato condividano moltissimo e che intrecciando le proprie conoscenze ed esperienze possono contribuire l’un l’altro alla comprensione dell’universo-cane”.

Il mondo della ricerca scientifica, “in Italia sta facendo importanti scoperte sui cani con risultati incredibili, ma che per diverse ragioni poi non vengono divulgati. Penso al lavoro di Emanuela Pratoprevide, del dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano, sulle emozioni secondarie dei cani, come la gelosia. Oppure alla relazione di Ludovica Pierantoni, medico veterinario comportamentalista, sulla rilevanza delle puppy class nei cuccioli e sugli effetti positivi sull’età adulta”.

Scoperte che gli educatori cinofili potrebbero sfruttare per meglio intervenire nelle complicate relazioni che a volte si creano tra cani e padroni. “Ma il rapporto è assolutamente biunivococontinua Spennacchio  – Attraverso le nostre competenze potremmo notevolmente facilitare il compito dei ricercatori durante gli “esperimenti” con i cani”.

Si pensi per esempio a quando, per analizzare le risposte cerebrali dei cani, è necessario utilizzare strumenti come la risonanza magnetica. “Un educatore potrebbe aiutare il cane a prendere confidenza con gli strumenti di ricerca, in modo da non alterare il risultato. Anche i metodi di studio sono cambiati e se prima gli “esperimenti” venivano eseguiti in laboratori sterili, ambienti ostili per i cani, adesso si tende ad osservali anche in ambienti “naturali”. Quanto tempo e si risorse si risparmierebbero, per esempio, condividendo i video di situazioni che fanno parte della quotidianità dei cani?”.

Per due giorni questo incredibile scambio di esperienze si è quindi potuto realizzare e dato il successo, gli organizzatori pensano ad una seconda edizione. “Siamo già al lavoro – aggiunge – Pensiamo ad un Congresso 2020, ma anche ad iniziative di collaborazione più prossime, per rendere magari più fruibile la divulgazione scientifica”.

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