Richieste di attenzione: come intercettarle e gestirle

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I cani sono degli acuti osservatori. Ci guardano mentre facciamo le pulizie, cuciniamo, guardiamo la tv e addirittura quando andiamo in bagno. Ci conoscono molto meglio di quello che pensiamo, sanno le nostre abitudini e conoscono gli oggetti che ci interessano.

I quattro zampe che soddisfano tutti i loro bisogni fondamentali, difficilmente cercheranno di attirare l’attenzione del proprietario perché saranno stanchi ed appagati. Al contrario, quelli annoiati si ingegneranno per avere gli occhi su di sé.

Come richiedono l’attenzione?
Il metodo più usato e fastidioso, sono le vocalizzazioni, si va dal piagnucolio all’abbaio insistente. Ad esempio, succede quando Fido viene lasciato da solo in giardino, abbaia per qualche motivo e il proprietario esce per controllare (e spesso sgridare) il cane. È molto probabile che, dopo qualche ripetizione, il nostro cagnolone associ l’abbaio alla comparsa del padrone e che quindi lo ripeta sempre più spesso.

Un altro tipo di manifestazione di richiesta di attenzioni, può essere saltare addosso alle persone. Arrampicandosi sulla gente, graffiandola e travolgendola, sicuramente, si verrà guardati ( e sgridati). Infine, bisogna considerare le esperienze pregresse da cui ogni cane può sviluppare le proprie tecniche. Alcuni zoppicano, altri spingono col muso o danno la zampa, insomma, tutto ciò che funziona è usato.

Come si risolve il problema?
Sgridare, non è la soluzione
. Innanzitutto, non è corretto perché la richiesta di attenzione, in fondo, non è altro che una manifestazione di affetto, e poi, perché in questo modo diamo comunque retta a lui. In primis, bisogna considerare l’insieme. Un cane che è spesso da solo, non esce mai ed è molto attivo, necessita di trovare un modo per scaricare le proprie energie e rilassarsi.

In seguito, si passa al problema. Se, per esempio, si tratta di un cane che abbaia, dovremo avere la pazienza di aspettare che smetta, chiedergli un comportamento sostitutivo a noi gradito come un “seduto” e premiarlo. In questo modo, non faremo altro che spiegargli che se vuole attenzioni da noi, deve comportarsi così.

Spesso, questi cani, sono gli stessi che quando la pallina va sotto il divano “abbaio così me la prende”, o quando sono fuori dalla porta “gratto finché non mi aprono” o, ancora, quando voglio quel fantastico biscotto che sta mangiando “appoggio il muso sulle gambe così me lo da”. Anche in questi casi, l’ideale è, non assecondare Fido, ma aspettare che si calmi e richiedere il comportamento più corretto.

Giulia Minonzio
Educatore Cinofilo CSEN
info@centrocinofilovaresino.it