Chissà come vi immagina il vostro cane. Secondo uno studio del Max Planck Institute for the Science of Human History creano una sorta di “rappresentazione mentale” di ciò che stanno odorando.
“A ball is not a Kong”, una palla non è un kong, è l’emblematico titolo della ricerca condotta da Juliane Bräuer e Julia Belger nel tentativo di chiarire se la comprensione dei cani del loro ambiente è limitata alla modalità visiva o uditiva.
“Sebbene sia noto che i cani hanno un eccellente senso olfattivo e che si affidano pesantemente all’olfatto quando esplorano l’ambiente o riconoscono gli individui, non è chiaro se i cani percepiscano gli odori come oggetti specifici – spiegano- Nel presente studio, abbiamo esaminato questo aspetto della percezione del mondo da parte dei cani”.
I cani sono stati messi alla prova attraverso esercizi di violazione dell’aspettativa, in cui potevano cioè tracciare la scia dell’odore di un bersaglio (obiettivo A), ma alla fine del percorso, trovavano un altro bersaglio (obiettivo B).
“Abbiamo esplorato due questioni: cosa i cani si aspettano quando sentono l’odore delle tracce di un oggetto; come cercano un oggetto, e in che modo il loro background educativo influenza la loro capacità di trovare un oggetto nascosto. Per farlo abbiamo utilizzato cani di famiglia, di polizia o cani da salvataggio”.
E il risultato non è stato così scontato. “Abbiamo scoperto che tutti i soggetti mostravano un comportamento di ricerca flessibile“. Nella prima prova, i cani hanno mostrato segni misurabili di “sorpresa” (cioè, cercando ulteriormente il bersaglio A) quando hanno trovato il bersaglio B, che non corrispondeva all’odore del bersaglio A dalla pista.
Da qui sono giunte all conclusione che i cani rappresentano ciò che odorano. Si sono cioè creati un’immagine personale dell’odore che hanno sentito. Sono comunque inclini a cambiare la loro rappresentazione, e questo è indice di ricerca flessibile, indipendente dal loro background educativo.
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