Animali in città 2016: bilancio negativo per l’Italia

animali ini città 2016

Presentato il V Rapporto Animali in Città a cura di Legambiente, che  quest’anno si apre con una sezione dedicata alla relazione con gli animali d’affezione, con consigli sulla scelta dell’animale anche in base ai caratteri e alle aspettative, le norme e le buone abitudini da adottare in caso di viaggio, le regole per portare il cane in auto, treno, traghetto o aereo.

Prosegue invece con il bilancio dei dati raccolti tra le amministrazioni comunali capoluogo di provincia e tra aziende sanitarie locali rispetto alle politiche relative agli animali d’affezione e, in generale, per la migliore convivenza in città con animali padronali e selvatici. Il quadro che emerge non è luminoso: non esiste una metodologia condivisa, una politica strategica a livello nazionale, una normativa che contribuisca al diffondersi delle migliori esperienze e delle best practices che pure, isolate e non adeguatamente pubblicizzate, esistono.

Il randagismo rimane un fenomeno grave e in alcune regioni decisamente persistente; l’anagrafe canina viene utilizzata solo dai più responsabili; mancano i controlli e adeguate campagne di sterilizzazione degli animali. Chi adotta consapevolmente un animale, affronta anche divieti normativi, difficoltà negli spostamenti e costi sostenuti.

Al questionario di Legambiente hanno risposto ben 91 amministrazioni comunali capoluogo di provincia, l’82,7% del campione e 73 aziende sanitarie locali, ossia il 49% delle 149 Aziende sanitarie del campione contattato. Il primo dato eclatante è quello relativo alla spesa pubblica di settore per le amministrazioni comunali e aziende sanitarie locali, che ammonta a 248.654.053,08 euro. Una cifra enorme, che meriterebbe maggiore attenzione da parte della politica ma anche dei cittadini. Perché questa cifra non basta né a risolvere problemi annosi come quello del randagismo, né a garantire campagne utili alla corretta gestione degli animali da compagnia.

In Italia viene sterilizzato un cane ogni 5 che arrivano nei canili e un gatto ogni 8 nelle colonie; i cani regolarmente registrati nell’anagrafe sono 7.715.817, pari a un cane ogni 9 cittadini, ma con enormi differenze tra le varie città. Ma il dato che, con il modello vigente, indica maggiormente il successo nella gestione degli animali è probabilmente quello relativo alla capacità di allocare o riallocare i cani che finiscono nei canili: qui situazione al top a Bolzano e Lucca.

“Contro il randagismo e la sofferenza dei nostri amici a quattro zampe si può fare meglio e di più – ha dichiarato la presidente nazionale di Legambiente Rossella MuroniI controlli sono pochi, l’informazione è ancora scarsa e le politiche e i servizi per gli animali sono troppo disomogenei, se non quando territorialmente addirittura ignorati. Del randagismo si continua a parlare troppo poco e quasi solo in occasione di tristi fatti di cronaca. La questione, invece, ha urgente bisogno di un cambio di passo, in primis da parte delle Istituzioni. È evidente che le politiche del settore in Italia, dove solo alcune realtà hanno saputo costruire esperienze positive, devono uscire dalla fase pionieristica e trasformare le buone pratiche in patrimonio diffuso e pratica viva in tutto il Paese. Crediamo che solo unendo gli sforzi di tutti i soggetti pubblici e privati e armonizzando le politiche nazionali e locali si potrà risolvere una questione economica rilevante e costruire una realtà che rispetti il benessere animale e valorizzi l’importanza relazionale e affettiva con gli animali”.

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