Negli scavi di Pompei, da questa mattina, gli operatori dell’Asl pattuglieranno il sito archeologico per “bonificarlo” dalla presenza dei randagi che storicamente circolano indisturbati. Ma le guide turistiche insorgono.
Mentre il mosaico del Cave Canem si dissolve, l’amministrazione partenopea pensa a dare la caccia ai cani randagi che vivono tra le rovine. “Come mai i cani diventano sempre e obbligatoriamente il capro espiatorio del degrado di Pompei?”.
Lo chiedono le guide turistiche in una lettera inviata al soprintendente di Pompei, Massimo Osanna, in segno di protesta contro un’operazione che cancellerebbe “la sola nota di allegria, simpatia e dolcezza in un sito degradato da anni per via dell’incuria delle amministrazioni, e dello scarso senso civico di alcuni turisti”.
Intanto gli accalappiacani lavoreranno per tre giorni, cercando di catturare quanti più animali possibile, “che tra l’altro sono castrati, sterilizzati, microchippati e curati dalle varie associazioni di volontariato”.
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