Indubbiamente con l’avvento del digitale negli ultimi quindici anni si sono scattate più immagini che – forse – in tutta la storia della fotografia dalla sua nascita avvenuta agli inizi dell’800.
Milioni di immagini digitali intasano server, hard disk e supporti di vario tipo, poche di queste, in proporzione al numero di scatti, giungono alla stampa su carta, che per me rimane ancora il modo migliore di apprezzare un’immagine fotografica. Comunque, tra tramonti incantevoli, vasi di fiori e farfalle uno dei soggetti prediletti è certamente il proprio animale domestico, cane o gatto che sia, ma anche coniglio, criceto e maialino nano del Vietnam.
Su tutti credo che di gran lunga il cane sia quello che detiene il primato degli scatti e credo ci siano diverse ragioni per questo, non ultima la sua disponibilità a star lì a guardarci mentre noi ci inginocchiamo per fargli un ritratto. Ma questo non è un fatto che riguarda solo il nostro tempo, anzi, nei secoli passati era abbastanza comune, per chi se lo poteva permettere, fare un ritratto di famiglia in cui non poteva mancare assolutamente il membro canino del gruppo, cosa che a ben vedere non doveva essere affatto facile dato che – senza scendere in tecnicismi – scattare una fotografia a metà ‘800 richiedeva tempi di esposizione relativamente lunghi nei quali i soggetti dovevano stare immobili per evitare di avere una fotografia “mossa”, e per esperienza posso dire che gestire cani – e bambini – su un set fotografico non è sempre cosa facile, nemmeno oggi con tecnologie e strumenti ben diversi.
Insomma il cane doveva essere nel ritratto di famiglia, che spesso vedeva il nonno e la nonna al centro, magari seduti su comode poltroncine, il marito e la moglie dietro o al loro fianco e davanti o in braccio a qualcuno l’immancabile cane.
Grandi fotografi contemporanei poi hanno dedicato una sostanziale parte del loro lavoro ai cani, uno tra i miei preferiti è certamente Elliott Erwitt, autore di alcune delle fotografia più note al mondo, ha raccontato istanti di vita urbana in cui i protagonisti erano i cani, come per esempio con quello scatto di un piccolo cane – Pincher? Chihuahua? – a fianco alla padrona, di cui si vedono solo gli stivali, con un’espressione buffa con la quale sembra commentare il modo in cui è stato vestito, con un maglioncino e un berretto di lana mentre all’ estrema sinistra si vedono le enormi zampe di un alano.
Quindi i cani portati da grandi maestri nella Fine Art a documentare un rapporto che ha un certo peso e una certa rilevanza per l’uomo di ogni epoca. Detto ciò vorrei prendere in considerazione gli effetti che la fotografia ha direttamente sul fotografo quando esso si dedica con cura e attenzione ad un soggetto in particolare.
Quest’anno gran parte del mio lavoro fotografico, oltre che portare avanti il mio progetto di Ritratti Italiani – persone & cani, è consistito nel corredare con più di 200 immagini il libro “Come parla il tuo Cane” di Simone dalla Valle (TEA libri – 2014) e questo mi ha dato l’opportunità di passare molto tempo a cercare di cogliere dettagli e sfumature del loro complesso linguaggio, è stato in pratica un modo di affinare la mia capacità di osservare e comprendere, e quindi di conoscere il cane, come ho avuto modo di dire nel libro sopracitato.
Con un pizzico di voyeurismo potremmo scoprire molte cose interessanti sul nostro cane congelando istanti che forse ad occhio nudo sono complicati da vedere e apprezzare.
Personalmente considero la fotografia un modo splendido per indagare e conoscere il mondo che mi circonda e per documentare storie e istanti intrisi di ricordi e di emozioni specialmente se legati ai miei cani.
Luca Spennacchio
Socio fondatore e docente della scuola di formazione e consulenza alla Relazione con gli Animali CReA, si occupa della formazione di educatori cinofili e dei volontari che operano all’interno dei canili. Tiene in tutta Italia conferenze e seminari sul tema del rapporto uomo e cane. Esperto nell’utilizzare il linguaggio creativo della fotografia e del video come veicolo di una corretta cultura del cane.