Un cacciatore che sta per scagliare una freccia, accompagnato da 13 cani, di cui due al guinzaglio: la scena, incisa su una pietra arenaria, risale a 8mila anni fa ed è la prima che ritrae un cane. Pubblicata sul Journal of Anthropological Archaeology, l’immagine è stata scoperta dagli archeologi guidati da Maria Guagnin, dell’Istituto tedesco Max Planck per la scienza e la storia umana, a Jena, e la notizia è riportata anche sul sito della rivista Science.
La scoperta, nel deserto dell’Arabia Saudita, suggerisce inoltre che l’uomo abbia imparato ad addestrare i cani migliaia di anni prima di quanto si pensasse. “E’ la prima raffigurazione di un uomo che va caccia con dei ai cani”, rileva Melinda Zeder, archeozoologa del Museo di Storia Naturale dell’Istituto Smithsonian a Washington.
Tuttavia, avverte, sono necessarie ulteriori ricerche per confermare sia l’età, sia il significato delle raffigurazioni. L’epoca dell’incisione è stata infatti solo ipotizzata sulla base dello stile, del livello di erosione della roccia e dall’epoca del passaggio alla pastorizia da parte delle popolazioni che abitavano nella regione.
Tutta l’area, chiamata Shuwaymis, 8mila anni fa era molto diversa da oggi: le piogge stagionali alimentavano fiumi e vegetazione, tanto che la scena di caccia è stata incisa su quella che una volta era una scogliera di arenaria lungo un fiume. Oltre a essere il ritratto più antico di un cane, l’immagine è anche la prima che raffigura dei guinzagli: finora la prima immagine di un cane al guinzaglio era quella scoperta in Egitto e risalente a 5.500 anni fa.
“I cani raffigurati assomigliano alla razza Canaan, originaria del Medio Oriente“, osserva Angela Perri, dell’Istituto Max Planck per l’Antropologia Evolutiva di Lipsia. Ciò potrebbe indicare, aggiunge, che queste antiche popolazioni allevassero cani già adattati alla caccia nel deserto, oppure potrebbero persino averli addomesticati dal lupo arabo. (Ansa)
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