L’ente Nazionale Protezione Animali interviene sulle ripetute esternazioni di Papa Francesco nei confronti degli animali in rapporto al concetto di “famiglia”.
“Stilare opinabili graduatorie di merito per stabilire se sia più importante un bimbo o un cane, non ha alcun senso – commenta l’Enpa – In questo tipo di “esercizio” si dilettano soprattutto coloro i quali non hanno conoscenza né esperienza diretta di tale materia. Gli animali non sono un surrogato degli uomini e chi prende con sé un cane o un gatto lo fa non perché è un modo di sentirsi diversamente genitore, di sentirsi padre o madre part time. Lo fa per un impulso di amore, di protezione, di accoglienza. E come tutte le relazioni – aggiunge – anche quella con gli animali richiede impegno e responsabilità”.
E per quanto riguarda la definizione di “matrimonio”, che non sarebbe tale senza la generazione di una prole, la presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi dice: “Non sono i matrimoni senza figli quelli che arrivano alla vecchiaia in solitudine. Gli anziani che finiscono malinconicamente la loro vita nelle case di riposo sono stati portati lì da circostanze avverse, e comunque da persone umane, spesso proprio quei figli che avrebbero dovuto garantire loro amore e assistenza in vecchiaia. Non si ha notizia di un cane o di un gatto che abbia bussato alla porta di un ospizio per abbandonare al suo destino il proprio “amico umano”. I vari tipi di amore si sommano e non si escludono e rendono migliori le nostre vite. Lo sapeva bene il Santo da cui Ella ha voluto riprendere il nome”.
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