Green Hill: al via il processo contro i responsabili

Prenderà il via questa mattina il processo a Bernard Gotti e Ghislane Rondot, co-gestori e rappresentanti della “Green Hill 2001 srl”, della “Marshall Bioresources” e della “Marshall Farms Group” e Roberto Bravi e Renzo Graziosi, rispettivamente direttore e veterinario dell’allevamento.

Tutti e quattro, si legge nel Decreto di citazione diretta a giudizio firmato dai Procuratori della Repubblica Raimondi e Cassiani, per il delitto di cui agli articoli 110, 81 cpv. 544-bis e 544-ter 1 e 3 c.p.” perché “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, senza necessità, privando i 2639 cani beagle detenuti dei loro pattern comportamentali (ovvero di tutte le attività vitali e insopprimibili di ogni specie) li sottoponevano a comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche, detenuti in un ambiente inadeguato ad esprimere i comportamenti etologici propri ella loro specie, attraverso una serie di eto-anomalie riscontrate (quali ad esempio il cosiddetto freezing, paura, ansia, stereotipie, comportamenti ridiretti), manifestavano uno stato di stress cronico (cosiddetto distress) direttamente cagionato (…) senza necessità e con il solo fine di abbattere i costi di impresa, per procedere all’identificazione dei cani, in luogo dell’indolore ma costoso micro-chip, utilizzavano la tatuatura con aghi, strumento vietato, tagliavano le unghie fino alla base con rottura dei vasi sanguigni connessi alle radici delle unghie medesime, con l’aggravante dell’essere derivata la morte di n.104 cani beagle; senza necessità se non quella di liberarsi di un prodotto non più vendibile alla clientela mediante soppressione (cosiddetta eutanasia) cagionavano la morte di n.54 cani beagle”.

La Lav, associazione denunciante, è stata identificata già come “parte offesa” nel processo. Ma ad essere offese sono state e sono quelle vite, quelle di tutti gli altri animali e di tutti gli umani civili, di chi ha battagliato in questi anni a tutti i livelli, dalle piazze ai tetti, per far chiudere Green Hill. E poi i quasi 900mila animali l’anno usati ancora dalla vivisezione e le cavie umane inconsapevoli e a pagamento.

“Siamo convinti che le prove raccolte non possano lasciare dubbi sulla sentenza – spiega il presidente Lav, Gialnluca FelicettiQuesto processo sarà una bella prova anche per misurare la fiducia nelle istituzioni che hanno fatto e stanno facendo solo il loro dovere. E per avere una sentenza che possa far chiudere le altre Green Hill di tutti”.

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