Uscirà nelle sale italiane il 1 maggio “L’isola dei cani“, il film vincitore dell’Orso d’Argento per la regia alla 68ª edizione del Festival di Berlino distribuito da Fox Searchlight Pictures. Con l’incasso si aiuteranno gli animali meno fortunati.
Realizzato in stop-motion, il lungometraggio ha come protagonisti cinque cani stanchi della loro vita su un’isola coperta di spazzatura nella quale il sindaco di un città giapponese li ha segregati. Il motivo? Una presunta quanto inventata epidemia di “influenza canina” metterebbe a rischio gli umani. Sarà subito chiaro che la malattia è un pretesto del malvagio sindaco ma la crudele ordinanza non fermerà Atari, un ragazzino “atterrato” sull’isola dopo un rocambolesco viaggio per portare in salvo il suo cane Spot. Inutile dire che ne vedremo delle belle.
“Non potevamo non innamorarci di questo film – dice Sara Turetta, presidente dell’associazione Save the Dogs and other Animals – Tutti noi facciamo il tifo per Atari perché ci sentiamo un po’ come lui, “catapultati” in una missione che era parsa impossibile ai più. Consigliamo quindi di andarlo a vedere perché è divertente e regala un paio d’ore di emozioni e risate. Ma c’è di più. Infatti, chi ha cuore i problemi legati al randagismo non faticherà a vedere nella storia forti analogie con la situazione in Romania e in tutti quei paesi dove i randagi sono maltrattati ed eliminati”.
Il primo a indicare il parallelo fra la storia di Wes Anderson, già regista di Grand Budapest Hotel vincitore nel 2015 di ben 4 Premi Oscar, e la condizione dei cani in Romania è Marco Morini, co-founder dell’agenzia Team World, partner ufficiale di Fox Searchlight Pictures per la promozione del film nel nostro Paese.
Morini si è inventato un modo per far sì che i protagonisti “animati” del film aiutino i cani in carne, pelo e ossa di Save the Dogs: “Vogliamo regalare un mese di cibo a tutti gli ospiti del rifugio dell’associazione – spiega – ma possiamo farlo solo se tutti gli amanti dei cani andranno al cinema!”.