Nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano il WWF realizza la “casa degli sniffer dogs” che ospiterà i cani che fiutano i bocconi avvelenati e salvano i lupi.
I primi due inquilini si chiamano Alma e Loba, un Labrador ed un Pastore Tedesco, che da tempo sono impegnati nella lotta ai veleni che si combatte nei boschi dell’Appennino settentrionale. Con il supporto di due conduttori, agenti dei Carabinieri-Forestali altamente qualificati, ogni giorno perlustrano il territorio per assicurarsi che temibili (quanto illegali) bocconi avvelenati non mietano vittime tra i loro antenatri, i lupi, che ormai da 30 anni hanno spontaneamente ricolonizzato le foreste di quest’angolo di Appennino durante l’espansione verso nord iniziata negli anni ’70.
Con un’azione virtuosa nata grazie al progetto europeo LIFE MIRCO-lupo, che vede collaborare due Parchi Nazionali (oltre al Parco Appennino Tosco-Emiliano, il Gran Sasso e Monti della Laga), Carabinieri-Forestale e altri partner, è stato infatti da poco istituito uno degli 11 Nuclei Cinofili Antiveleno che operano nel nostro Paese per combattere la piaga del veleno.
E proprio in questi giorni, la battaglia ha visto realizzarsi un altro passo importante, reso possibile grazie al supporto del WWF Italia, con l’inaugurazione presso la sede del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano (a Ligonchio, provincia di Reggio Emilia) di una vera e propria “casa degli sniffer dogs” (così sono comunemente chiamati in inglese), in cui Alma e Loba verranno ospitate durante le operazioni di pattugliamento in zona. Oltre ai cani antiveleno la struttura potrà ospitare anche possibili ibridi in attesa delle verifiche genetiche e cani vaganti in attesa di adozione.
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