Sophie Gamand torna a deliziarci con nuovi ritratti canini, questa volta dedicati alle razze prive di pelo. Fotografie preziose che indagano il particolare carattere di questi inusuali quattro zampe, raccolte nella serie “Prophecy”.
Ritratti incentrati su splendidi esemplari di Chinese Creste Dog (vi ricordate la talentuosa modelle Chini?) e Xoloitzcuintil o cane nudo messicano (i preferiti di Frida Kahlo), scelti dall’artista perché hanno la faccia di “vecchi filosofi saggi, sciamani di un’altra epoca, forse di un altro universo” e che ci guardano – attraverso l’obiettivo – dritto negli occhi, come Profeti che vogliono trasmetterci un messaggio nel profondo.
Soggetti particolari, dalle espressioni spesso goffe, che la fotografa ha scelto per poter approfondire le diverse origini e le particolarità di queste razze, che per quanto possano sembrare fisicamente simili, in realtà sono profondamente diverse come caratteristiche comportamentali e caratteriali.
Un’indagine zooantropologica, nonché fotografica, che ha fatto sì che la Gamand imparasse a conoscere le peculiarità di queste due razze e a valorizzarle con il suo obiettivo: da una parte gli Xolos – che a quanto pare si sono evoluti naturalmente in creature senza pelo. Dall’altra è fatto noto che invece i Chinese Dogs sono stati selezionati geneticamente e dunque manipolati artificialmente dall’uomo, per assecondare un particolare canone estetico.
E forse non a caso le due razze manifestano dunque caratteri e personalità opposte: i Chinese Creste Dog sono animali fragili, timidi e sottomessi, ma anche vivaci allo stesso tempo, manifestando il lungo legame che li lega agli esseri umani dalle loro origini. Gli Xolos, invece, sono sì diffidenti, ma a differenza dei cugini cinesi, sono molto più volitivi, forti, indipendenti e con una grande personalità “è stato molto difficile fotografare questi cani, non rispondono agli stimoli come altri e alcuni si sono categoricamente rifiutati di posare”.
Un nuovo progetto all’altezza dei precedenti che, come ormai sappiamo, non si limita a mostrarci teneri musetti pelosi dalle più svariate e simpatiche espressioni, ma ci invita ad andare al di là delle facce buffe per porci un grande interrogativo “cosa facciamo noi umani con la natura (in questo caso con le razze canine)? Come possiamo manipolare geneticamente razze come i Creaste Dog, quando la natura con gli Xolos aveva già fatto un bel lavoro? Giocare a essere onnipotenti con la Natura spesso porta a un prezzo da pagare”.
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