Spunta un falso cane tra le 14 mummie egizie di animali che sono finite sotto la Tac all’ospedale Fatebenefratelli di Milano per una sorta di “autopsia virtuale” che ha coinvolto anche sette gatti, due falchi, due cuccioli di coccodrillo e due rettili.
Gli esemplari del Museo civico delle scienze naturali di Brescia sono stati esaminati con la tomografia computerizzata dall’équipe multidisciplinare del ‘Mummy Project Research’. Le indagini, spiegano gli esperti, “ci hanno permesso di vedere al di sotto delle bende, con una sorta di autopsia virtuale. Abbiamo così potuto visualizzare nella maggior parte dei casi i corpi degli animali. È stato interessante scoprire una falsa mummia creata forse dai sacerdoti egizi per soddisfare la grande richiesta di mummie come doni votivi”.
La sorpresa si nascondeva dietro il presunto cane: sotto le bende solo alcune ossa e stoffe arrotolate. L’indagine fa parte di un progetto più ampio sui reperti bresciani che prevede anche analisi molecolari e studi approfonditi. Il team punta a restituire un’identità il più possibile esaustiva alle mummie oggetto di indagine, completando il quadro storico e culturale da cui provengono.
Per quanto riguarda gli animali, nell’Antico Egitto sono sacri in quanto considerati manifestazione degli dei. Ogni divinità era associata a una o più specie. Alcuni esemplari erano allevati con tutti gli onori nei templi, in quanto rappresentavano gli dei sulla terra. Così il coccodrillo è sacro a Sobek, dio delle acque, della fertilità, della potenza militare e associato al Nilo e al faraone. Il gatto a Bastet, dea della casa, della femminilità, della fertilità e delle nascite; il falco ad Horus, uno degli dei più complessi del pantheon egizio, figlio di Iside e Osiride, legato al trono in quanto il faraone è considerato il dio Horus vivente.
Alla loro morte, tali esemplari erano mummificati e sepolti in apposite necropoli. In Epoca Tarda, dal 650 a.C. in avanti, si diffonde nel credo religioso l’abitudine di dedicare agli dei mummie di animali come ex-voto. Per questo motivo sono state ritrovate molte necropoli di mummie di animali, stracolme. Ogni essere vivente che viene mummificato si identifica nel dio Osiride, dio della rigenerazione e dio dell’Oltretomba e con lui condivide il destino di vita eterna.
In Egitto però gli animali erano amati per le loro caratteristiche e abilità, esattamente come oggi. Cani e gatti vivevano in casa a fianco dei loro padroni e ne condividevano anche il destino eterno dell’aldilà, mummificati alla morte e sepolti nelle tombe di famiglia.
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