Pit Bull non è un Bullo #notabully

notabully

Notabully è la campagna lanciata dal fotografo Douglas Sonders, con l’obiettivo di sensibilizzare le persone sulle reali caratteristiche di quelle razze messe con superficialità alla berlina.

Un’etichetta, quella di “razza bullo” , affibbiata a 14 razze di cani, tra cui Pit Bull, Bulldog Francese,  Boston Terrier, Boxer e Rottweiler e che sta ad indicare la loro indole potenzialmente aggressiva e violenta.

Un pregiudizio, come hanno dimostrato anche alcuni test comportamentali condotti dall’American Society sul temperamento di questi cani (risultati al pari di altre 121 razze, compresi Beagle e Collie), che però si è radicato nell’immaginario collettivo. Ed ha fortemente limitato le possibilità dei Pitt Bull, chiusi nei rifugi, di essere adottati.

Sonders ha quindi deciso di  combattere i luoghi comuni nati intorno a questa razza, attraverso le foto. Una raccolta di ritratti di cani salvati, che adesso vivono felici in famiglie, a contatto con bambini o al servizio di portatori di handicap. Il fotografo invita tutti i proprietari di Pit Bull ad inviare i loro scatti attraverso l’hashtag #notabully e diventare testimonial di questa campagna.

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