C’erano anche loro, fuori dal tribunale di Brescia, mentre dentro i loro aguzzini si sottoponevano a giudizio. I Beagles sopravvissuti a Green Hill hanno sfilato ieri mattina durante la prima udienza del processo contro i responsabili dell’allevamento di Montichiari. Al giudice la dimostrazione dell’abbattuta mortalità.
Il Giudice ha accolto gli elenchi dei Beagles sequestrati, affidati, morti, senza alcun commento da parte della difesa di Green Hill.
“Premiato il lavoro dei custodi giudiziari dei Beagles e delle famiglie affidatarie – ha detto Gianluca Felicetti, presidente Lav – Sono stati 98 i decessi, inclusi i cani nati morti in 2 anni e mezzo, su poco più di 3000 cani sequestrati e affidati, contro le molte migliaia di morti avvenute dentro Green Hill prima del sequestro: la liberazione da parte nostra ha drasticamente ridotto la mortalità di questi animali. Per ogni cane deceduto all’anno durante l’affido, sarebbero morti tra i 19 e 87 beagles, se gli stessi fossero rimasti all’interno Green Hill. Questa analisi dei decessi è stata effettuata sulla base dei documenti provenienti dall’azienda e sequestrati nel luglio 2012”.
Nella giornata di ieri si sono anche ascoltati i 16 testi richiesti dal pubblico ministero Ambrogio Cassiani, per sostenere le imputazioni di maltrattamenti e uccisioni di animali. Fra questi, veterinari, agenti del Corpo forestale dello Stato, il direttore sanitario dell’Asl di Brescia, Francesco Vassallo, consulenti informatici e dipendenti della stessa Green Hill.
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