La fotografa Sophie Gamand con la sua nuova serie di ritratti canini vuole portare l’attenzione sul significato del cane da guardia nel contesto attuale della sua città: una New York brulicante di cagnolini in borsetta.
I cani da guardia venivano – e tutt’ora vengono – usati per proteggere le proprietà contro ladri o nemici: grossi, cattivi e spaventosi (più che altro nell’immaginario collettivo) ricoprono questo ruolo nella società umana dalla notte dei tempi.
Un flash forward negli anni attuali, in una grande metropoli come New York: piccoli cani sono in giro a passeggio con le loro padrone, comodamente acciambellati nelle loro borse, vestiti e accessoriati di tutto punto, indossando collari, guinzagli e abitini costosi e ricercati. Sono quattro zampe/bambini che seguono ovunque i loro padroni e hanno assunto un ruolo nelle loro vite completamente nuovo e diverso.
Per le loro isteriche mammine sono diventati una sorta di coperta affettiva con cui ripararsi nei confronti di reali e impegnativi rapporti sociali e umani. Non proteggono più case e giardini, proteggono le persone dal mondo che le circonda. Sono il pretesto per crogiolarsi nell’isolamento e nell’insicurezza, hanno assunto il ruolo di amici, figli, confidenti, compagni.
Sophie Gamand – che ci ha già abituato ai suoi progetti fotografici provocatori e spiazzanti dove indaga gli aspetti dell’antropomorfizzazione del cane (ricordiamo i suoi Dog Vogue, Dog Pageant oppure Metamorphosis )– anche qui ci lascia a bocca aperta.
Lei se li immagina così i moderni cani da guardia: Chihuahua, Pomeranians, cani di piccola taglia ma dalla grande personalità, molto protettivi e possessivi verso i loro padroni, vestiti con minuscole armature fatte di gioielli e materiali preziosi, e lo sguardo fiero dei guerrieri.
Un pretesto per fermarsi a riflettere ancora una volta su questo rapporto unico in natura, fra uomo e cane, e sulle diverse e sorprendenti evoluzioni che ha conosciuto nella storia.
Menzione speciale agli impeccabili modelli a quattro zampe, tra cui Daisy, la chihuahuina che avevamo già conosciuto tempo fa un set fotografico e uno televisivo.
federica@vanitypets.it