Come poter aiutare tanti sfortunati quattro zampe a trovare una casa e una famiglia in grado di regalar loro tutto l’amore possibile? È una domanda a cui l’artista ungherese Sarolta Bán sta cercando di dare risposta con la creatività: un book fotografico di randagi inseriti in scenari surreali, quieti e fantastici; estrapolanti, così, dal grigiore e la tristezza che caratterizzano i rifugi che li ospitano.
La manipolazione digitale di fotografie è la passione e l’occupazione principale della trentenne ungherese che nelle sue opere utilizza oggetti comuni per raccontare storie, slegandoli dalla quotidianità e dando loro una personalità e una vita propria che si nutre anche dell’immaginario onirico di chi li guarda.
“Il progetto “Help Dogs Whit Images” nasce dalla volontà di fare qualcosa di concreto per aiutare gli animali abbandonati richiusi nei canili. Ho pensato di mettere a disposizione la mia abilità coi fotoritocchi per dare a questi quattro zampe una visibilità maggiore attraverso fotografie particolari, che destassero curiosità e “parlassero” al cuore delle persone. A volte una buona foto dice più di tante parole e io voglio aiutare questi animali a trovare una casa”.
Per renderlo ancora più incisivo, l’artista ha condiviso il suo progetto con il web, chiedendo ai fan della sua pagina Facebook (che vanta più di centomila contatti) di inviarle entro il 31 marzo immagini e ritratti di pelosi bisognosi. Un modo utile per condividere la sua mission e inserire in questo “book surreale” quattro zampe provenienti da più parti del mondo possibili.
“Ho ricevuto più di 200 foto inviate da tutto il mondo: la maggior parte provengono dagli Stati Uniti, ma anche da Spagna, Germania, Italia, Israele, Australia, Romania, Colombia, Cile, Brasile… evidentemente il problema dei cani abbandonati non è specifico di un solo Paese”.
“Non mi sarei mai aspettata che il progetto avesse così tanto successo, inizialmente avevo pianificato di condividere le foto ritoccate solo su Facebook, ma ora sto iniziando a pensare di spingermi anche oltre, con una mostra o un evento i cui proventi possano andare direttamente a sostegno di rifugi e canili”.
“Quello dei cani abbandonati è un grosso problema in Ungheria, e il seguito che la mia richiesta ha avuto dimostra che purtroppo non lo è solo qui. Vedo sempre delle foto così brutte e tristi di questi cagnolini in cerca di una famiglia che dubito possano farli adottare da qualcuno… e allora ho pensato perché non provare qualcosa di diverso? Anche io ho un cane, il suo nome è Mese che in ungherese significa ‘racconto’, è una cucciola e io e lei siamo inseparabili, facciamo una bella squadra”.
Ai nuovi ed eventuali genitori dei pelosi da lei ritratti, Sarolta promette una copia della foto in cui il nuovo quattro zampe di famiglia è protagonista. Un piccolo presente per ricordare che, adottando un cane, la nostra vita non solo si arricchirà di un grande tesoro, ma che, giorno per giorno, sarà scandita da sogni, creatività e bellezza.
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