Delfini, elefanti, gazze e alcune grandi scimmie sono i soli animali che si riconoscono guardandosi allo specchio. I cani no!
I nostri amici a quattrozampe, pur riuscendo a riconoscere allo specchio altri animali o altri cani, non hanno questa capacità. “I cani sono creature intelligenti e molto adattabili, ma non possiedono lo sviluppo cognitivo necessario all’autoriconoscimento“, ha spiegato Liz Stelow, etologa del Veterinary Medical Teaching Hospital della University of California al National Geographic.
I diversi test eseguiti sui cani, a dire il vero, hanno dato risultati discordanti. Messi alla prova sulla loro capacità di usare gli specchi per trovare cibo o i propri padroni, non sempre ci sono riusciti. Risultato che non sorprende, data l’evoluzione della comunicazione canina, avvenuta attraverso l’olfatto e l’odore “che per un cane sono più importanti dell’autoriconoscimento visivo”.
Inoltre, “l’autoriconoscimento richiede la capacità di mettere assieme una considerevole mole di informazioni su se stessi e su ciò che si osserva nello specchio”, il che spiegherebbe anche come mai un bambino non riesca a farlo prima dei 18-24 mesi di vita.
Anche per gli animali in grado di riconoscersi, la scoperta dello specchio richiede vari passaggi, uno dei quali è quello che Reiss chiama “la fase Groucho”: quando l’animale ripete movimenti strani “come se cercasse di capire la relazione tra il proprio gesto e quello che fa il soggetto nello specchio”.
Nella fase finale alcuni animali – come delfini ed elefanti – sembrano voler osservare nello specchio proprie parti del corpo difficili da vedere se non riflesse. Anche se un animale non si riconosce allo specchio, come i cani, “sono in grado di riconscervi un altro esemplare della propria specie e quindi si rivolgono allo specchio per avere compagnia”.
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