Il sogno dei randagi in Marocco si sta trasfornando in un incubo. Nella notte, uomini armati di fucile hanno fatto strage dei cani seguiti dal progetto dell’associazione Le Coeur sur la Patte, studiato in tutto il mondo come esempio di controllo del randagisto e convivenza pacifica tra animali e cittadini.
Una caccia al randagio, attivata provabilmente da ragione legate al turismo crescente o alla candidatura del Marocco ai Mondiali 2026. L’effetto che sta avendo è però opposto: turisti terrorizzati stanno postando le foto dell’orrore. Dalle notizie che arrivano da Aourir, Tamraght e Taghazout, località turistiche in forte crescita sulla costa marocchina, i cani morti sarebbero diverse decine e il numero potrebbe salire ancora.
Un fallimento per il Morocco su un doppio fronte. Da due anni infatti, le istituzioni locali avevano firmato un accordo con l’associazione Le Coeur sur la Patte che vietava l’uccisione dei randagi ‘controllati’ e identificabili da una targhetta colorata applicata sull’orecchio.
Cani censiti, sterilizzati e reiseriti sul territorio che vivenano in perfetta armonia con i cittadini. Tanto che, quello del Marocco, era diventato un esempio positivo da seguire in tutto il mondo. Anche l’Italia lo stava seguendo, attraverso il progetto “Stray Dogs International Project”, guidato da Clara Caspani e Lorenzo Niccolini, con l’obiettivo di trovare un giusto equilibrio tra la libertà dei cani e quella degli esseri umani.
Online è già attiva una petizione da firmare per fermare le stragi di cani.
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