Ricevono un addestramento altamente specializzato che insegna loro a rispondere a moltissime richieste, andando a costituire un ideale prolungamento degli arti e della volontà del padrone disabile. Sono i cani assistenti, dei veri e propri accompagnatori qualificati che contribuiscono a promuovere una maggiore indipendenza a chi è costretto su una sedia a rotelle, fornendo al tempo stesso uno straordinario supporto emotivo.
I cani assistenti possono rispondere ad oltre un centinaio di richieste, come attraversare un passaggio pedonale, attivare un allarme, andare a prendere il telefono portatile di casa. Ma anche caricare o svuotare la lavatrice, riportare oggetti richiesti, consegnare il portafoglio alla cassa (laddove delle barriere architettoniche impediscano alla persona su sedia a rotelle di muoversi autonomamente), assistere la persona nel vestirsi o svestirsi, aprire e chiudere le porte, accendere e spegnere le luci… Insomma un supporto concreto che costituisce anche un importante aiuto effettivo, e che favorisce inoltre l’apertura di un canale di comunicazione tra il disabile e il resto del mondo.
All’Expo canina di Milano la dimostrazione tenuta dalla Dog4Life onlus aveva lasciato tutti a bocca aperta. Poter vedere coi propri occhi quale importante aiuto i nostri amici a quattro zampe siano in grado di fornire al proprio padrone disabile è un’esperienza commuovente e profondamente educativa. Ci si rende conto di quale profondo livello di collaborazione e comprensione possa essere instaurato fra uomo e animale.
Come ci spiega uno degli istruttori preparatori di cani assistenti di Dog4life: “I nostri cani assistenti possono dare aiuti concreti a persone che hanno disabilità fisiche, o anche con deficit di apprendimento e socializzazione. Partendo dal presupposto che la razza più indicata è senza ombra di dubbio il Labrador, si scelgono innanzitutto allevamenti che fanno una buona selezione per quanto riguarda il carattere e l’esclusione di soggetti che potrebbero trasmettere patologie.
“I cuccioli vengono scelti intorno all’età di 50 giorni, e si valutano le caratteristiche caratteriali che li renderanno presumibilmente cani adatti, come per esempio ottima socialità, buona attitudine al riporto, docilità, ricerca del contatto con l’uomo. Inoltre, c’è un meticoloso e importantissimo lavoro che viene fatto per dare loro un bagaglio di esperienze positive che serviranno ad affrontare il “mondo” quando saranno diventati cani adulti, soprattutto per quelli che verranno impiegati nella Pet Therapy o nella Dog Therapy. Il cucciolo nella sua fase di imprinting viene portato gradatamente e con molta tranquillità in Ospedali, Centri Socio Educativi, viene a contatto con oggetti quali sedie a rotelle, stampelle, deambulatori. Così facendo sarà dotato di una “banca dati” molto ampia e non avrà paura o timore.
“Il primo incontro fra cane e nuovo padrone avviene di solito presso l’abitazione del futuro proprietario, quando il cucciolo ha circa tre mesi di vita. L’esperienza del paziente con un cane è ricca di risvolti positivi e la ricerca ha dimostrato il valore del legame persona-animale e i potenziali benefici terapeutici. Un cane assistente offre spontaneamente compagnia, amore e affetto incondizionati, un senso di sicurezza e supporto, che sono essenziali per la salute ed il benessere della persona. Durante il periodo in cui gli si insegna a prendersi cura e gestire il proprio cane, inoltre, la persona prova un senso di conquista e di soddisfazione per il risultato raggiunto, che aiutano nella costruzione della propria autostima, sicurezza in sé stessi e motivazione.
“L’animale è inoltre divertente, quindi è un ottimo stimolatore di sorrisi, il suo arrivo rompe la monotonia, stimola la socializzazione e aiuta nelle relazioni tra utente, terapista e le altre persone della struttura. E poi il cane non vede l’handicap ma la persona, non giudica o critica, fornisce accettazione e approvazione senza riserva”.
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